
In un articolo di qualche mese fa avevo parlato di come si legge l’etichetta di un prodotto alimentare facendo riferimento soprattutto al fatto che un farmacista, ovunque esso operi, tratta prodotti alimentari e alimenti a fini speciali (celiachia, supplementi, prodotti alimentari per il diabete). Nel precedente articolo ci siamo soffermati soprattutto sulle norme cogenti. Se queste normative vengono rispettate, allora il prodotto alimentare può essere commercializzato ed è utile per il farmacista saper leggere l’etichetta in quanto è più facile per lui valutare i bisogni nutrizionali del paziente e le eventuali interazioni con farmaci. In campo alimentare, nei Paesi sviluppati e in Italia negli ultimi anni si è passati dal dover soddisfare un bisogno di cibo al dover soddisfare il crescente bisogno della popolazione dei paesi sviluppati di sapere che tipologia di alimento consumano, la provenienza degli alimenti e se questi alimenti soddisfano le richieste di rispetto delle politiche ambientali e delle politiche sociali. Oppure si identificano prodotti di alta qualità quali DOP, IGP e STG.
Orientarsi tra i simboli e le indicazioni presenti sulle etichette di alimenti e integratori può non essere un’operazione semplice. Il nostro esperto, Emanuele Veronese, ci aiuta a vederci chiaro tornando sull’argomento per completare un ragionamento ampio iniziato qualche uscita fa e soffermandosi sugli integratori sportivi.
Negli ultimi decenni sono nate una serie di standardizzazioni e certificazioni non obbligatorie che le aziende alimentari e farmaceutiche applicano perché le certificazioni di qualità, pur avendo costi di produzione e di prevenzione, creano dei vantaggi molto importanti sulla politica economica di un’azienda produttrice. Inoltre, in questi anni, la fiducia dei consumatori è stata messa a dura prova da una moltitudine di avvenimenti sinteticamente riconducibili alla spiccata industrializzazione della produzione agricola e al largo impiego di sostanze chimiche che hanno portato ai noti scandali del vino al metanolo, della diossina, del pesce al mercurio, della mucca pazza e alla presenza di OGM in alcuni cibi.