L’idratazione nel paziente anziano è una necessità vitale, la cui carenza può esporre il paziente a pericolosissime conseguenze, urgenti e fatali. Tuttavia, l’obiettivo di far assumer almeno 2 litri di liquidi ad un soggetto geriatrico (che per definizione avrà minor percezione della sete) rappresenta un carico assistenziale estremamente impegnativo, soprattutto quando l’individuo è residente in una realtà comunitaria – RSA, in gergo “casa di riposo” – ed è dunque più difficile un rapporto dedicato, individuale ed esclusivo. Tale problematica amplifica esponenzialmente la sua complessità nel momento in cui avviene un decadimento cognitivo, e le misure di compensazione alla disidratazione (es. fleboclisi, nutrizioni artificiali) ed ai suoi side-effects (clisma rettale per stipsi, medicazione LDD ecc.) risultano invasive, dolorose e vissute con sofferenza e resistenza alla collaborazione. In questa sede si andranno a proporre strategie applicabili all’anziano per stimolare gradevolmente l’assunzione dei liquidi, nel rispetto delle sue eventuali limitatezze e patologie, nella prevenzione dei rischi clinici e nella consapevolezza della laboriosità dell’obiettivo, affrontando il problema con competenza e risorse comunemente accessibili.
I cookie necessari sono assolutamente essenziali per il corretto funzionamento del sito Web. Questa categoria include solo i cookie che garantiscono funzionalità di base e caratteristiche di sicurezza del sito Web. Questi cookie non memorizzano alcuna informazione personale.
Qualsiasi cookie che potrebbe non essere particolarmente necessario per il funzionamento del sito Web e viene utilizzato specificamente per raccogliere dati personali dell'utente tramite analisi, pubblicità, altri contenuti incorporati sono definiti come cookie non necessari. È obbligatorio ottenere il consenso dell'utente prima di eseguire questi cookie sul tuo sito Web.